Il 4 marzo 1848 a Torino il re di Sardegna Carlo Alberto emana la carta costituzionale, detta “Statuto albertino”, che rimarrà in vigore come legge fondamentale del Regno d’Italia fino al 31 dicembre 1947, in quanto l’1 gennaio 1948 entrerà in vigore la Costituzione repubblicana. Al re è attribuito il potere esecutivo, la nominale sovrintendenza del potere giudiziario, la partecipazione al potere legislativo condiviso con il Parlamento. Il sistema di rappresentanza è bicamerale: il Senato è composto da membri nominati a vita dal re; alla Camera dei deputati accedono i rappresentanti della nazione votati in base a una legge elettorale che non è inclusa nello Statuto. Sono garantiti i diritti fondamentali dei cittadini (libertà individuale, di stampa, di riunione, di culto religioso) e l’inviolabilità della proprietà individuale. Il cattolicesimo è dichiarato ‘sola religione dello stato’, ma sono ammesse le altre confessioni.