Il 30 marzo 2008 muore in un ospedale di New Brunswick (New Jersey, Usa) il giornalista cambogiano Dith Pran, ricoverato per un cancro al pancreas . Pran nasce il 27 settembre 1942 a Siem Reap (Cambogia) e dai primi anni ’70 lavora come guida e interprete per i reporter del New York Times destinati in quell’area, tra cui Sydney Schanberg, con cui inizia un sodalizio professionale e non solo che durerà sino alla morte. Dopo la guerra civile e la presa di potere dei Khmer Rossi con Pol Pot nel 1975 Pran diventa una presenza scomoda per il regime, e solo nel 1979, anno dell’invasione vietnamita, riuscirà a fuggire fino al confine con la Thailandia. Da quell’anno lavora come fotoreporter per il New York Times, impegnandosi nelle campagne contro i genocidi e in particolare a favore delle vittime di quello cambogiano. Con la seconda moglie, Kim Depaul, crea infatti il “Dith Pran Holocaust Awareness Project”, per organizzare una documentazione fotografica su Internet che aiuti i cambogiani nella ricerca dei membri dispersi delle loro famiglie. Diventa ambasciatore di buona volontà dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Dalle vicende che hanno stravolto la sua vita e dalla sua amicizia con Sydney Schanberg nasce il film “The Killing Fields” di Roland Joffé (tradotto in italiano con “Urla del silenzio”), vincitore di tre premi Oscar.