Il 15 maggio 1618 a Praga (allora Boemia, oggi Repubblica Ceca) il matematico imperiale Johannes Kepler scopre la sua terza legge ribaltando un caposaldo di Aristotele e dimostrando che i pianeti non compiono un’orbita circolare. Questa legge, infatti, afferma che “I quadrati del tempo che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono proporzionali al cubo delle loro distanze medie dal sole” e cioè Kepler dimostra che più un pianeta è lontano dall’astro attorno a cui ruota, maggiore sarà il tempo della sua orbita. Nonostante l’importanza di questa scoperta, le terza legge di Kepler è snobbata dai suoi contemporanei, e il grande matematico finisce per esser dimenticato. Solo anni dopo, quando Isaac Newton riprende le sue teorie, il nome di Keplero viene riabilitato dalla comunità scientifica, e le sue leggi accettate e condivise.