Il 14 giugno 1968 muore Napoli il poeta Salvatore Quasimodo, uno tra gli esponenti più significativi dell’ermetismo. Quasimodo nasce il 20 agosto 1901 a Modica (Ragusa) e dopo gli studi di ingegneria interrotti, a Roma, entra in contatto con “Solaria”, che gli pubblica la prima raccolta poetica “Acque e terre” (1930). Nel 1932 esce la seconda raccolta, “Oboe sommerso”, ma è “Erato e Apollion “(1936), che lo consacra poeta “ermetico”. Nel 1938 si stabilisce a Milano, si dedica alla traduzione dei classici (Lirici greci, 1940), suscitando vasta eco. Nel 1942 appare “Ed è subito sera”, senz’altro il suo titolo più fortunato, comprendente tutte le poesie già edite, con l’aggiunta delle “Nuove poesie” (1936-42). Gli anni della guerra, insieme alle altre traduzioni (da Catullo, Virgilio, Omero e Sofocle) che escono dal 1945 in poi, danno una svolta al suo modo di fare poesia. Nel 1959 riceve il Nobel per la letteratura.