Il 15 giugno 1958 a Milano Nunzio Guglielmo, uno squilibrato che si definisce “pittore anacronistico”, sfregia in una sala della Pinacoteca di Brera uno dei più preziosi gioielli della pittura del Cinquecento, “Lo sposalizio della Vergine” di Raffaello. A colpi di martello è spezzata la doppia lastra che protegge il dipinto e con un punteruolo il capolavoro è scalfito in alcuni punti. Gravi, ma non irreparabili, i danni. Il Guglielmo, subito arrestato, è trasferito in una clinica psichiatrica. Il dipinto sarà in seguito restaurato da Mauro Pelliccioli.