Il 25 giugno 1948 nasce a Milano la regista teatrale Andrée Ruth Shammah, che dopo aver esordito dirigendo, giovanissima, la Prima Trilogia di Giovanni Testori (L’Ambleto – Macbetto – Edipus) prosegue la sua ricerca testoriana con spettacoli come “I promessi sposi alla prova”,”L’Arialda” e “La Maria Brasca”. Assistente al Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi, nel 1972 fonda a Milano, con Franco Parenti, il Salone Pier Lombardo, poi rinominato Teatro Franco Parenti, di cui dal 1989 è responsabile unica. Tra gli anni ’90 e il 2000 crea spettacoli aggregati all’interno di progetti; così, per “L’emozione della complessità” cura Quale droga fa per me di Kai Hensel con Anna Galiena e Le cose sottili nell’aria di Massimo Sgorbani, con Ivana Monti e Mario Sala, mentre per “Corpo a corpo”, La leggenda del santo bevitore dal romanzo di Joseph Roth, con Piero Mazzarella. Nel 2011 si aggiudica l’edizione italiana del Montblanc de la Culture, Arts Patronage Award, il premio che dal 1992 la Fondation d’Entreprise Montblanc de la Culture, crea per sostenere e rendere omaggio ai mecenati moderni che mettono a disposizione il proprio tempo, le proprie energie, nonché il proprio patrimonio, per incoraggiare e stimolare la vita culturale. Nel luglio 2013 si aggiudica il doppio riconoscimento per la migliore Direzione Artistica e per la migliore programmazione teatrale, e produzione dal prestigioso Premio Franco Enriquez, assegnato dall’omonimo Centro di Studi drammaturgici Internazionale. Nella stagione 2014-15 dirige Carlo Cecchi ne “Il lavoro di vivere”, testo del più importante autore israeliano Hanoch Levin, e torna a distanza di anni ad affrontare la regia de “Il Malato Immaginario”, con Gioele Dix e Anna della Rosa