Il 27 giugno 1968 a Roma il colonnello Renzo Rocca, ex amministratore del Sifar (Servizio informazioni forze armate, il servizio segreto militare italiano, attivo dal 1949 in sostituzione del Servizio informazioni militare, già sciolto il 31 dicembre 1945) viene trovato ucciso nel suo ufficio di via Barberini con un colpo di pistola alla tempia, poco prima di essere interrogato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul presunto tentativo di colpo di Stato, meglio conosciuto come Piano Solo (giugno-luglio 1964). La prova del guanto di paraffina da esito negativo e non ci sono tracce di esplosivo sulle mani di Rocca ma il caso viene chiuso come suicidio anche se restano gravi dubbi, anche perché Rocca acquista nella mattinata del 27 cibi ricercati per il compleanno della moglie il 28 giugno. Rocca nasce nel 1910 a Alba (Cuneo) e fa l’Accademia di Artiglieria a Torino. Fedelissimo del generale dei Carabinieri De Lorenzo, negli anni ’50 e ’60, si occupa della raccolta e della amministrazione dei finanziamenti della grande industria finalizzati a stroncare ogni forma di opposizione in Italia. Il colonnello Rocca è forse il primo e il più importante degli oscuri “suicidi” fra gli alti gradi dell’esercito.