Il 28 giugno 1988 a Senigallia (Ancona) su un basso fondale dell’Adriatico, a sette miglia al largo di Marzocca di Senigallia (Ancona), un peschereccio con reti a strascico recupera il cadavere di una donna, il corpo zavorrato con un’ancora di 17 chili, il volto deturpato dalla lunga permanenza in acqua, uccisa a colpi di macete. La donna è Annarita Curina, 34 anni, proprietaria di un catamarano. Si scopre che il 10 giugno la donna prende il mare assieme a un uomo, un italiano ed una ragazza olandese. La barca sarà ritrovata il 19 luglio nel porto tunisino di Ghar el Melh. Due giorni dopo la polizia tunisina arresta Filippo De Cristofaro, 34 anni e Diana Beyer, 17 anni, olandese, che hanno ucciso la donna e l’hanno buttata in mare per rubare il catamarano. Processata dal tribunale dei minori, Diana Beyer sarà condannata a sei anni e sei mesi di reclusione. De Cristofaro, condannato in via definitiva all’ergastolo, nel luglio 2007 fugge dal carcere e raggiunge Diana in Olanda, ma è catturato ed estradato in Italia.