Il 28 luglio 1998 a Roma i dati resi noti dall’Istituto superiore di sanità classificano come inefficace il protocollo di Cura contro il cancro ideato dal prof. Di Bella. Il 75% dei pazienti sottoposti alla cura è deceduto o ha visto peggiorare le proprie condizioni. Il 29 il prof. Di Bella denuncerà che il fallimento della terapia dipende dall’utilizzo scorretto o incompleto dei farmaci, da preparazioni non idonee e dalla mancata attuazione dei protocolli di sperimentazione. La vicenda della cura con il metodo Di Bella arriva all’attenzione dell’opinione pubblica italiana quando, nel dicembre 1997, Il giudice Carlo Madaro, pretore di Maglie (Lecce) ordina alla azienda sanitaria locale di competenza di fornire gratuitamente i farmaci necessari per la terapia a un paziente. Come accaduto negli anni Sessanta con le gocce di Vieri e il siero di Bonifacio, l’Italia si divide sull’efficacia di una nuova cura miracolosa. Ideata dal dott. Luigi Di Bella, questa multiterapia contro il cancro è basata sull’uso di ormoni (somatostatina e melatonina) e vitamine.