Il 10 luglio 1941 a Jedwabne (Polonia) la caccia all’ebreo comincia presto e finsce al crepuscolo, in un acre odore di carne bruciata. Milleseicento ebrei, il 60 per cento degli abitanti, muoiono tra atroci sofferenze: annegati, pugnalati, sgozzati, lapidati, arsi vivi nella falegnameria mentre un’orchestrina suona per coprire le urla. Il 10 luglio 2001, nel 60° anniversario del massacro, il presidente della Repubblica Aleksander Kwasniewski guida una marcia silenziosa lungo la strada percorsa dalle vittime.