Il 17 agosto 1998 muore a Varese Giuliano Ragno, vicedirettore di “Avvenire”, dove approda nel 1973, in forza alla redazione Esteri. Lì nasce e si sviluppa la sua passione per la politica internazionale, un interesse coltivato per tutta la vita: da inviato segue avvenimenti destinati a cambiare il mondo, cronista puntuale di tante guerre (dal Libano al Golfo, ai Balcani) che racconta con semplicità e competenza, mai banale. Ragno nasce nel 1946 e crede nel giornalismo che sperimenta sul campo ma anche dietro la scrivania, organizzando e indirizzando il lavoro dei colleghi, come quando alle 20 del 9 novembre 1989 rimanda Luigi Geninazzi a Berlino (Germania) per la caduta del muro. In trincea lo è fino all’ultimo, combattendo negli ultimi mesi di vita la sua coraggiosa battaglia contro la malattia. Per ricordare la sua vita e la sua professione, a Giuliano Ragno – un anno dopo la morte – è intitolato il premio omonimo destinato ai giovani giornalisti che scrivono di quegli argomenti a lui tanto cari, con un fondo alimentato dalla famiglia Ragno e da Avvenire e che viene consegnato per cinque anni.