Il 18 agosto 1978 sul’isola di Cavallo (Corsica, Francia) Vittorio Emanuele di Savoia, dopo una lite con il miliardario Nicky Pende, spara col fucile. Un proiettile colpisce uno studente tedesco di 19 anni, Dirk Jeerd Hamer, che sta dormendo con gli amici su un’imbarcazione vicina. Dopo il ferimento, Hamer è trasportato in Germania e ricoverato nell’ospedale di Heilderberg (Germanai), ma muore dopo quattro mesi di agonia, il 7 dicembre 1978. Vittorio Emanuele, processato in Francia, è condannato nel 1991 a sei mesi con condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco, ma prosciolto dall’incriminazione per omicidio volontario. Non è l’unica volta che Vittorio Emanuele si trova alle prese con la giustizia: negli anni ’70 l’erede di casa Savoia è coinvolto in un indagine della pretura di Venezia per traffico internazionale di armi e risulta iscritto alla loggia massonica della P2 con la tessera numero 1.621. Infine, nel giugno 2006, è arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e di sfruttamento della prostituzione.