Il 28 settembre 1988 a Palermo viene ucciso il boss Giovanni Bontate, insieme alla moglie. Fratello di Stefano, il 7 ottobre 1986, nel corso di un processo, legge un comunicato nel quale afferma di essere del tutto estraneo all’assassinio di un bambino, Claudio Domino. Usa il “noi” (“noi vogliamo fugare ogni sospetto…, noi rifiutiamo l’ipotesi”). Nel 1989 il pentito Francesco Marino Mannoia, con Buscetta uno dei pentiti storici della mafia siciliana e ritenuto tra i più attendibili, rivela che uno dei motivi per cui Bontate è ucciso è che con quella dichiarazione, con quel “noi…”, indirettamente ammette l’esistenza dell’organizzazione mafiosa.