Il 14 febbraio 1779, nelle isole Hawaii, l’esploratore inglese James Cook viene pugnalato a morte durante una zuffa con nativi. Cook nasce il 27 ottobre 1728 a Marton (York, Inghilterra) lavora la terra, fa il garzone di bottega ma si sente attratto dal mare e dopo un duro o apprendistato presso una compagnia mercantile che trasporta carbone , nel 1755 si arruola nella Marina Reale. Inizia come aiutante del Master sulla nave “Eagle” per poi passare, per breve tempo, al comando del “Cruizer”, un cutter che segue la “Eagle” svolgendo con quest’ultima manovre di attacco contro le navi francesi durante la Guerra dei sette anni in cui gli inglesi, alleati dei prussiani, combattono contro i francesi e gli austriaci. In seguito diviene sottotenente e master, due gradi che gli permettono il comando di due diverse navi soprattutto, come lui desidera, in mari lontani dalla patria. E’ infatti nei mari del Nord America che mostra le sue capacità di comando e la sua abilità come cartografo e topografo, che l’ammiragliato nota subito, in particolare quando Cook traccia la mappatura della costa dell’isola di Terranova, riuscendo a indicare con estrema precisione tutti i dettagli che costituiscono il complesso profilo costiero dell’isola. Impiega cinque anni per compiere il lavoro: dal 1763 al 1767. Anche la Royal Society viene a conoscenza delle sue abilità e gli propone un viaggio nell’Oceano Pacifico per osservare il passaggio di Venere davanti al Sole e di seguire subito dopo il progetto di altre esplorazioni. Il punto in cui costruire la postazione per osservare tale movimento degli astri è Tahiti. La sua esplorazione continua fino alla Nuova Zelanda dove mappa gran parte delle coste. Prosegue poi per l’Australia e attracca nella Botany Bay che in seguito diventerà la prima colonia inglese in Australia. Questo suo viaggio, oltre a una serie di scoperte scientifiche importanti, consente a Cook di diventare il più grande esploratore del suo tempo, generando grazie alla sua documentazione una mole impressionante di informazioni di carattere botanico, naturalistico, cartografico, topografico, storico fino ad allora senza eguali. Tornato in Inghilterra, la Royal Society gli propone di cercare la “Terra Australis”, ovvero scoprire un continente meridionale. Con la nave “HMS Resolution” Cook si dirige verso il Circolo polare artico e lo raggiunge il 17 gennaio 1773. Continuando a navigare attraverso il Pacifico meridionale, raggiunge la Terra del Fuoco in cui si ferma per due settimane. Si dirige poi attraverso l’Atlantico verso Nord-est dove incontra una terra sconosciuta che chiama “Cape Disappointment” perché rappresenta la sua delusione per non aver trovato il continente antartico. Si deve fermare a Tahiti per fare rifornimento prosegue poi verso sud ma la sua ricerca si rivela vana si ferma allora sull’Isola di Pasqua e decide di ritornare in Inghilterra. Il suo Paese gli tributa, anche per questa seconda esplorazione, molti onori e la marina Militare lo congeda con la gloria che merita. Però a 48 anni Cook pianifica un altro viaggio per raggiungere l’Atlantico attraversando il Pacifico. Prende quindi il comando della nave “Resolution” e si dirige verso Tahiti per riportare a casa un indigeno, Omai, suo aiutante nel precedente viaggio. Quindi prosegue verso nord e giunge alle isole Hawaii, poi mappa in modo dettagliato la costa della California fino allo stretto di Bering. Non riuscendo a passare lo stretto, Cook decide di tornare alle Hawaii dove si ferma per alcune settimane e li perde la vita.