Il 26 marzo 1979 muore a Roma il politico repubblicano Ugo La Malfa in seguito ad una emorragia cerebrale. La Malfa nasce il 16 maggio 1903 a Palermo si iscrive a Venezia a Ca’ Foscari alla Facoltà di Scienze diplomatiche e consolari. Nel 1924 si trasferisce a Roma e nel 1929 entra all’Enciclopedia Treccani come redattore; nel 1933 viene assunto da Raffaele Mattioli a Milano, nell’ufficio studi della Banca Commerciale Italiana del quale diviene direttore nel 1938. Tra i fondatori del Partito d’Azione, lo rappresenta inel CLN. Nel 1945 assume il dicastero dei Trasporti nel governo guidato da Ferruccio Parri. Nel seguente governo di Alcide De Gasperi viene nominato ministro per la Ricostruzione e in seguito ministro per il Commercio con l’estero. Nell’aprile 1947 La Malfa viene designato a rappresentare l’Italia al Fondo Monetario Internazionale. L’anno seguente è nominato vicepresidente dell’Istituto. Rieletto parlamentare nel 1948, viene confermato in tutte le successive legislature; è nominato ministro in vari governi. Nel 1950, assume l’incarico di ministro senza portafoglio col compito di procedere alla riorganizzazione dell’IRI. Fondamentale per i destini dell’economia italiana, il decreto sulla liberalizzazione che apre la strada al “boom” economico italiano. Nel 1962 è nominato ministro del Bilancio e nello stesso anno concorre alla decisione del governo di nazionalizzare l’industria elettrica. Nel quarto governo Rumor (1973) assume l’incarico di ministro del Tesoro; apre la strada al fallimento delle banche di Michele Sindona. Nel 1978 la sua azione risulta determinante nella decisione italiana di aderire al Sistema monetario europeo. Nello stesso anno, durante il sequestro di Aldo Moro, La Malfa è uno dei più attivi alfieri del cosiddetto “fronte della fermezza”, ostile ad ogni forma di trattativa con le brigate rosse. Nel 1979, è il primo laico ad essere incaricato Presidente del Consiglio.