Il 13 aprile 1959 a Ispra (Varese) la società Nuclit realizza il primo reattore di ricerca nucleare. . L’importanza del primo Centro Studi Nucleare italiano è dimostrata dalla sua inaugurazione alla quale partecipano l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, il card. Montini (più tardi Papa Paolo VI). Gli investimenti e il favore dell’opinione pubblica nei confronti dell’ iniziativa sono così consistenti che nel 1966 si raggiunge una produzione di 3,9 miliardi di kWh: l’Italia è il terzo produttore al mondo di energia elettrica di origine nucleare. Il ciclo espansivo si chiude con l’ attivazione della centrale di Caorso (Piacenza) nel 1980. Ma nel 1986 con l’ esplosione di un reattore della centrale nucleare il il 26 aprile 1986 a Chernobyl (Ucraìna, Urss) si crea un atteggiamento critico nei confronti dell’ energia nucleare. In Italia viene bloccata l’ attuazione di una parte del Piano Energetico Nazionale che prevede l’apertura di cantieri per nuove centrali nucleari. L’8 novembre 1987 si svolgono tre referendum sul nucleare: la maggioranza degli italiani determina l’abrogazione di una serie di norme e orientando le successive scelte dell’ Italia in ambito energetico verso una direzione di sfavore nei confronti del nucleare. Vengono così smantellate le 4 centrali che operano sul territorio italiano. Nel 2008 il II Governo Berlusconi riprende il progetto di realizzare centrali nucleari in Italia.