Il 20 aprile 1999 a Milano un addetto alle pulizie trova una bomba in una scatola sul davanzale dell’aula 202 nella sede dell’Università Bocconi, accompagnata da un volantino firmato “Nuclei guerriglia antirazzista”. La bomba è contenuta in una scatola di plastica del tipo di quelle usate per le prese a muro. Consiste in un candelotto di dinamite, una miccia e un dispositivo a orologeria. Mancao i contatti, ed è per questo motivo che non poteva esplodere. Non è chiaro se l’inoffensività dell’ordigno sia dovuta ad un errore degli attentatori o alla volontà di compiere un’azione solo dimostrativa.I nuclei guerriglia antirazzista, sin qui inediti per sigla, fanno altre rivendicazioni che accompagnano lo stillicidio di attentati veri e simbolici dell’ ultimo anno. Obiettivi dichiarati sono “il sistema capitalista”, i “14 lager in cui sono rinchiusi gli extracomunitari” e una “politica che ne ha gia’ uccisi 1.021”, la “guerra imperialista nei Balcani”.