Il 12 maggio 1949 l’Urss toglie il blocco attorno a Berlino, attivato il 5 maggio 1948, agli accessi ai tre settori occupati da americani, inglesi e francesi. Il blocco riguarda la chiusura degli accessi terrestri all’ex capitale tedesca, che l’esercito d’occupazione sovietico attua per costringere gli ex alleati occidentali a lasciare il settore ovest della città, situato in piena zona sovietica. L’iniziativa sovietica fallisce a causa del ponte aereo organizzato dagli occidentali, che rifornisce Berlino ovest (che durerà 462 giorni). Centinaia e centinaia di aeroplani, chiamati “Rosinenbomber” (bombardieri d’uva passa) dalla popolazione locale, trasportano una enorme varietà di provviste, da interi container pieni di viveri, carbone e medicinali a piccoli pacchetti di caramelle con attaccato un minuscolo paracadute individuale per i bambini (i pacchetti di caramelle paracadutati ideati dal pilota Gail Halvorsen). Gli ammalati gravi e i bambini vengono evacuati dalla città con gli stessi aerei. Gli aeromobili sono forniti e volano dagli Stati uniti, dal Regno unito e dalla Francia, ma gli equipaggi giungono anche dall’Australia, dal Sud Africa e dalla Nuova Zelanda. In totale sono effettuati 278.228 voli, trasportando 2.326.406 tonnellate di cibo e altre forniture, tra cui 1.500.000 tonnellate di carbone per riscaldamento e produzione di energia elettrica, dando vita al più grande trasporto umanitario della storia. All’apice dell’operazione atterrano a Berlino 1.398 voli ogni 24 ore trasportando 12.940 tonnellate di viveri, carbone e macchinari.