L’8 ottobre 2001 il sottomarino nucleare russo Kursk, inabissatosi nel mare di Barents, viene portato in superficie e agganciato sotto la piattaforma gigante che lo trainera nel bacino del golfo di Kola. Il recupero del relitto è costato 65 milioni di dollari ed è stata affidato a due compagnie olandesi, la Mammoet e la Smit International. Nessuna fuga di radioattività dai due reattori a bordo del Kursk è registrata nella zona. Il sottomarino nucleare si inabissa nel mare di Barents il 12 agosto 2000, dopo un’esplosione le cui cause non sono ancora chiarite, causando la morte di 118 persone.