Muore il poeta Jean Arthur Rimbaud

Il 10 novembre 1891 muore per un tumore a Marsiglia (Francia) il poeta Jean Arthur Rimbaud, la sua opera, che porta alle estreme conseguenze la poetica simbolista ed è alle origini del surrealismo, ha un’influenza determinante sulla poesia del Novecento europeo. Rimbaud nasce il 20 ottobre 1854  a Charleville-Mézières ed è eccezionalmente precoce: a soli 9 anni, nel 1870, fa uscire su una rivista la sua prima composizione poetica ed iniziano anche le sue fughe dalla famiglia: nel 1871 è a Parigi (Francia) nei mesi della Comune, cui aderisce con entusiasmo e frequenta alcuni poeti, tra cui Paul Verlaine, con il quale ha una tempestosa relazione. Nella lettera del 15 maggio 1871 a Paul Demeny, Rimbaud formula la teoria del “poeta veggente”, affermando la necessità per il poeta di pervenire, mediante la liberazione di tutti i sensi, alla scoperta dell’inconscio e dell’assoluto. Accanto a numerosi versi (“I poeti di sette anni”, “Le prime comunioni”, “Vocali”, “Il battello ebbro”) Rimbaud compone anche due raccolte di prose poetiche profondamente anticonformiste, che costituiscono la parte più nuova e sconvolgente della sua opera: “Le illuminazioni”, uscita solo nel 1886, e “Una stagione all’inferno”, 1873, che ha più spiccato carattere di confessione. Nel 1880 Rimbaud accetta di far da agente commerciale in Abissinia per conto di una grossa compagnia; rientra però nel maggio 1891 perché sofferente di un tumore a un ginocchio: ricoverato all’ospedale di Marsiglia, subisce l’amputazione della gamba, ma l’operazione risulta inutile e il cancro in pochi mesi lo uccide.

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