Assassinato il leader dell’estrema destra olandese Pim Fortuyn

Il 6 maggio 2002 a Hilversum (Olanda) il leader xenofobo olandese Pim Fortuyn è ucciso con sei colpi di pistola alla testa, al collo e al petto. L’assassino è Volkert van der Graaf, attivista d’estrema sinistra, militante della causa animalista, che gli spara all’uscita di una stazione radiofonica alla quale Fortuny ha  appena concesso una intervista per la campagna elettorale. Mancano nove giorni alle elezioni politiche, alle quali Fortuyn è candidato. Carismatico, gay, telegenico ed ex marxista, Fortuyn è il leader politico più controcorrente che l’Olanda abbia conosciuto. Wilhelmus Simon Petrus Fortuijn, questo il suo vero nome, nasce il 19 febbraio 1948 a Velsen (Olanda) in una famiglia di profonda fede cattolica, professore di sociologia, diventa noto al grande pubblico grazie agli editoriali xenofobi. La Lista Fortuyn, con la quale nel marzo 2002 si presenta alle elezioni di Rotterdam (Olanda), gli fa conquistare il 34% dei voti in un ex roccaforte della sinistra. Il settimanale inglese Economist conia per lui il famoso appellativo di “rottweiler di Rotterdam”, accusandolo di xenofobia e razzismo e paragonandolo a Le Pen e a Haider.

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